Storia SS Lazio, La "banda" Maestrelli ed il primo scudetto

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Spino96
view post Posted on 21/12/2009, 17:12




Nel campionato 1969-70 la Lazio può contare sui gol di Giorgio Chinaglia e sul libero Giuseppe Wilson, arrivati in estate un po' in sordina dall'Internapoli. La squadra raggiunge così una salvezza tranquilla. Nel 1970-71, dopo un girone di ritorno disastroso, la Lazio retrocede nuovamente in Serie B; malgrado la cocente delusione la squadra biancazzurra, guidata provvisoriamente da Bob Lovati dopo l'esonero di Lorenzo, riesce ad aggiudicarsi la Coppa delle Alpi, vinta contro i padroni di casa del Basilea.

L'ambiente ha però bisogno di una svolta, è così che il presidente Umberto Lenzini pensa a Tommaso Maestrelli, allenatore del Foggia, uno tra gli allenatori in ascesa in quel periodo ed uno dei più rivoluzionari.

Una scelta azzeccatissima visto che la Lazio torna subito in Serie A. In estate, tra non poche polemiche viene ceduto Giuseppe Massa all'Inter, mentre nella Lazio arrivano Mario Frustalupi, Renzo Garlaschelli, Luciano Re Cecconi, Felice Pulici e Luigi Martini.

Si viene a formare un gruppo di giocatori tra di loro eterogenei ma dotati di estro e personalità, guidati e tenuti insieme da Tommaso Maestrelli (allenatore, psicologo e tuttofare), che dà alla squadra un gioco brillante, molto simile al calcio totale reso famoso dagli olandesi di quella generazione ai mondiali di Germania del 1974.

Nel 1972-73, appena rientrata in Serie A, si ritrova a lottare praticamente fino all'ultima giornata per lo scudetto. Prima dell'ultima partita del torneo è al comando il Milan con 44 punti, seguito da Lazio e Juventus appaiate ad un solo punto. La Juventus gioca contro la Roma all'Olimpico, mentre il Milan contro il Verona, la Lazio è di scena a Napoli. Alla fine del primo tempo Juventus e Milan sono in svantaggio, Napoli e Lazio pareggiano. Nel secondo tempo Cuccureddu rovescia le sorti per la Juventus che vince 2 a 1 e si aggiudica lo scudetto, la Lazio viene infilata da una rete del Napoli. I biancocelesti al termine di questa rocambolesca ultima giornata risultano terzi con non poca amarezza.

Il campionato 1973-74 riparte tra lo scetticismo dell'opinione pubblica, che non crede che la Lazio possa ripetersi. La tifoseria è ancora amareggiata per il finale dell'anno prima, ma è consapevole della forza della squadra che esprime un gioco spettacolare. L'unica aggiunta ad un meccanismo già collaudato è la giovane ala Vincenzo D'Amico proveniente dalle giovanili. La stagione è una vera e propria cavalcata, interrotta solo da qualche incertezza in alcune partite. La vittoria per 3 a 1 nello scontro diretto contro la Juventus e la prova di forza nel derby di ritorno vinto 2 a 1, portano saldamente la squadra in testa alla classifica. La Lazio perde un'ultima partita con il Torino ma riesce comunque a laurearsi Campione d'Italia,[24] con una giornata d'anticipo, nell'incontro casalingo contro il Foggia in un Olimpico stracolmo. Nonostante lo scudetto e i relativi incassi, la società non gode di grande floridezza economica, e in estate è pressoché immobile sul mercato.

Il campionato 1974-75 non è trionfale come quello precedente, e inoltre si viene a sapere che Maestrelli è afflitto da una grave malattia e ciò non può che influire negativamente sull'andamento. La stagione si conclude al quarto posto con Lovati in panchina, ma la mente di tutti i laziali è rivolta sicuramente altrove. Viene ceduto Frustalupi, punto di riferimento del centrocampo, la panchina affidata all'emergente Giulio Corsini, e "Long John" Chinaglia emigra negli Stati Uniti ai Cosmos di New York. La Lazio rimane invischiata nella lotta per non retrocedere, ed è necessario il ritorno di Maestrelli per ottenere una difficile salvezza, raggiunta solamente all'ultima giornata di campionato pareggiando in casa del Como per 2-2, rimontando il doppio svantaggio grazie alle reti di un giovane Bruno Giordano, che aveva ormai raccolto in tutto e per tutto la pesante eredità di Chinaglia, e di Roberto Badiani.

Nella stagione 1976-77 Lenzini chiama a sedere sulla panchina biancazzurra il brasiliano Luis Vinicio e strappa clamorosamente alla Roma il centrocampista Franco Cordova. È una Lazio che fa forza sul proprio vivaio; oltre a Giordano e D'Amico, si mettono in luce anche gli ottimi talenti di Lionello Manfredonia ed Andrea Agostinelli. La stagione risulta essere esaltante e la squadra ottiene alla fine un ottimo quinto posto, ma due lutti sconvolgono l'ambiente laziale: quelli di Maestrelli e Re Cecconi. Il tecnico scompare nel dicembre del 1976 dopo un lungo periodo di malattia in seguito ad un tumore al fegato, mentre il biondo calciatore viene ucciso circa un mese dopo (gennaio 1977) da un colpo di pistola mentre faceva uno scherzo simulando una rapina in una gioielleria romana.

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