Lazio: Partenza in salita

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Spino96
view post Posted on 18/9/2009, 13:54




L’astinenza è finita, ma nel modo peggiore. Quasi due anni dopo l’ultima apparizione in terra spagnola (Real Madrid – Lazio dell’11-12-2007), la Lazio torna a respirare profumo d’Europa. Dopo aver eliminato nel turno preliminare gli svedese dell’Elfsborg, la compagine biancoceleste si tuffa ufficialmente nella nuova Europe League. Per battesimo assoluto della neonata competizione continentale, l’Olimpico laziale ritrova brividi e sensazioni di coppa contro i campioni d’Austria del Red Bull Salisburgo che, in compagnia dell’altra offsider Levsky Sofia, cerca di ribaltare le gerarchie del gruppo G.

Nonostante il tour de force che attende la Lazio nelle prossime due settimane (6 partite tra coppa e campionato), l’occasione stuzzica Ballardini che manda in archivio i propositi di massiccio turn over e ritrova il suo fuoriclasse principe, Zàrate. Archiviata la delusione per l’esclusione con la Juventus, l’argentino torna a muoversi al fianco del connazionale Cruz. Rispetto all’anticipo di sabato scorso, il tecnico ravennate concede un turno di riposo a Muslera, Siviglia, Mauri e Foggia. Un uomo per reparto, ai quali si aggiunge la rinuncia allo squalificato Kolarov. Tra i pali tocca a Bizzarri, al suo esordio assoluto in gare ufficiali con i capitolini. In difesa, Cribari affianca il confermatissimo Diakitè e Radu corre sull’out mancino. Pienamente recuperato lo svizzero Lichtsteiner. A metà campo, la novità è rappresentata da Meghni. Il franco – algerino agisce da rifinitore dietro le punte, mentre Matuzalem (superata la contusione al torace) viene riproposto come interno sinistro del centrocampo a tre. Tutto confermato nella squadra di Huub Stevens, che risponde al rombo biancoceleste, infoltendo la metà campo: il danese Schiemer fa il frangiflutti davanti alla difesa, mentre l’unica punta di ruolo, il possente Janko, è sostenuta dal veloce camerunese Tchoyi (4 reti nelle prime 7 giornate di campionato).

“Rabbia e coraggio”, le richieste della vigilia per cancellare l’amaro in bocca lasciato dalla”Vecchia Signora”. Buoni propositi che in avvio si scontrano con la compattezza difensiva del Salisburgo. Pressano a tutto campo i “tori” austriaci, ostruendo ogni varco alle fonti di gioco biancocelesti. Ci prova a sprazzi Zàrate con un paio di serpentine personali che si scontrano regolarmente sul muro ospite. Al 20’ il primo squillo è proprio del Salisburgo che in contropiede scalda i guantoni di Bizzarri con un tiraccio mancino di Leitgeb. Gli spazi latitano, ma la Lazio non si scompone e nell’arco di 2’ si affaccia pericolosamente dalle parti di Gustafsson. Al 23’ ci prova Diakitè, ma il suo stacco aereo è smorzato tra le braccia dell’estremo difensore ospite. Al 25’ la prima grande occasione, però, capita sul sinistro di Cruz. El Jardinero, innescato da Meghni, si presenta in buona posizione ma il suo diagonale è ancora preda di Gustafsson. Il Salisburgo incassa, ma sornione si rende ancora insidioso nei ribaltamenti di fronte. In particolare al 30’, quando Bizzarri è lesto a correggere in angolo una deviazione beffarda di Cribari. Al 39’ è la Lazio a rendersi pericolosa in contropiede: Baronio e Zàrate costruiscono ancora per Cruz che prima evita il ritorno di Afolabi, poi calcia debolmente tra le braccia di Gustafsson. E’ l’ultima occasione di un primo tempo opaco, che ha messo il luce la buona organizzazione di gioco dell’undici di Stevens.

Nella ripresa Ballardini gioca la carta Foggia e modifica lo scacchiere tattico passando al 4-4-2. Ed è proprio il folletto partenopeo a scuotere i biancocelesti. Dopo 7’, lanciato a rete da Baronio divora l’1-0 calciando a lato da buona posizione. L’occasione perduta carica la Nord e scuote la Lazio che attacca a testa bassa e colleziona occasioni da rete a ripetizione. Sugli scudi sempre il numero 17 biancoceleste, che nell’arco di 3’ minuti regala due cioccolatini a Zàrate e Cruz che dal cuore dell’area mancano il bersaglio grosso. Ma è solo il preludio al meritato vantaggio che arriva al 60’. Questa volta Foggia si esibisce in una azione personale incontenibile, culminata in un sinistro chirurgico che conclude la sua corsa alle spalle dell’incolpevole Gustafsson. Risultato sbloccato e Nord in delirio. La rete mette le ali ai capitolini che sull’asse Foggia – Zàrate continuano a creare i presupposti della pericolosità. Con il trascorrere dei minuti gli austriaci, però, guadagnano terreno e Ballardini corregge il tiro inserendo Mauri ed Eliseu al posto di Meghni e di un Cruz ancora in ritardo di condizione. La partita sembra in discesa, ma la Lazio fa l’errore di ritrarsi all’interno della propria metà campo, rinvigorendo le speranze del Salisburgo. Gli austriaci ci credono e a 9’ dal termine vengono premiati dall’ennesimo pasticcio difensivo: Diakitè non riesce a pulire l’area, Bizzarri smanaccia la sfera nel cuore dell’area dove Schiemer è lesto ad insaccare alle spalle dell’argentino. Ma la beffa non è ancora completa, perché a tempo abbondantemente scaduto Cribari si rende artefice di un goffo disimpegno che regala a Janko un regalo solo da scartare.

E’ l’incredibile finale di un incontro che sembrava saldamente in pugno ai colori biancocelesti, che in uno schiocco di dita passano dal paradiso all’inferno. Inizia con un passo falso l’avventura europea della squadra di Ballardini, che il prossimo 1 ottobre a Sofia è chiamata a ribaltare le sorti di un girone già in salita.
 
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